Works was created in the studio in Lumino 2020/2021/22

Magellan    The day after    Rebirth

"MAGELLAN",Acrylic on paper on canvas, 100 x 150 cm, "THE DAY AFTER", Acrylic on canvas, 150 x 100 cm, "REBIRTH", Acrylic on canvas, 100 x 150 cm

Godzilla    TWO TIMES    BIG CITY

"GODZILLA", Acrylic on canvas, 100 x 100 cm, "TWO TIMES", mixed technique on canvas, 100 x 100 cm/2021, "BIG CITY", mixed technique on canvas, 100 x 100 cm /2021,

THE JUMP    UNDER WATER II    THREE TIMES

"THE JUMP", Acrylic on canvas, 65 x 100 cm, "UNDER WATER II", mixed technique on canvas 100 x 100 cm, "THREE TIMES", mixed technique on canvas, 100 x 100 cm /2021

UNTITLED    Poppy field    PAST FLOWERS

"Untitled",mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2021, "Poppy field",mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2021, "Past Flowers",mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2021,

UNTITLED    Seven Trees    Triad   

"Untitled",mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2021, "Seven Trees",mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2021,
"Triad",mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2022,

Souda 22    Sunset    Long night

"Souda 22",mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2022, "Sunset in Plakias",mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2022,
"Long night", mixed technique on canvas, 100 x 100 cm / 2023,










"DUE VOLTE", TRE REALTÀ DI VITO CALABRETTA


Il lavoro di Eugen Hunziker partecipa alla verifica collettiva di alcuni temi precipui del procedimento artistico e costituisce un contributo per noi fruitori che beneficiamo dell'impegno dell'artista e affrontiamo questioni reali e vive.

Possiamo seguire modalità diverse per approfittare di tale contributo. Una di queste consiste nel prendere in carico la questione della realtà, di cosa il termine realtà significa nel procedimento artistico.

Il titolo qui proposto, "two times", intende infatti dire "due volte" nel senso che l'impegno di Eugen Hunziker viene messo in atto in due circostanze diverse: nello studio di Lumino, al confine tra i Grigioni e il Ticino; nei periodi di lavoro a Plakias, sulla costa meridionale dell'isola di Creta. Sono due contesti geografici distinti e lo sono in termini di condizioni ambientali, di luce, di colore, "e di pietre", dice Eugen Hunziker ma anche esistenziali, emotive e poi tecniche.
Tutto ciò viene ricondotto da Eugen Hunziker a un titolo che evoca il concetto e la dimensione del tempo perché il modo di agire nel tempo, attraverso la sequenza, la stesura e poi la asportazione della materia stesa sulla superficie sono componenti della sua tecnica. Vi è poi un altro aspetto che riguarda il ruolo del tempo: la stesura del colore risponde per Eugen Hunziker alla esigenza di tradurre in una immagine concretamente esperibile una visione mentale che egli vive attraverso sequenze istantanee, alle quali reagisce stendendo masse di colore sulle quali poi interviene a distribuire gestualmente, a strofinare, grattare, levare, incollare e strofinare ancora allegando al gesto con la spugna e la carta momenti di collage, frottage, strappo.

"vedere la realtà" è una espressione che racchiude alcune componenti della azione artistica e di quella pittorica nello specifico. Traggo la citazione da un breve saggio in cui Simonetta Lux racconta come una pratica di pittura astratta possa a un certo punto orientarsi a rendere conto della interazione percettiva con la realtà. Essa racchiude pure l'indicazione di come il contributo dell'autore di tale azione e del suo fruitore siano paritetici.

Artista e pubblico agiscono, ciascuno dal proprio conto e, attraverso la visione e la lettura rispettive, danno corpo alla realtà. Nell'approccio che stiamo sviluppando la realtà si configura in una consistenza triplice. È la realtà vissuta, osservata e analizzata, la fonte dell'autore del procedimento (qui è Eugen Hunziker); è la realtà da lui creata attraverso l'azione diretta alla rappresentazione; è la realtà da noi fruita, ciò che noi percepiamo, abita lo stesso luogo della precedente ma è vissuta da due prospettive distinte.

Per il fruitore la realtà è dunque quella che risulta dalla azione dell'artista; ne beneficerà in minore o maggiore grado in funzione di quanto tale azione sia anche un lavoro e inneschi un processo efficace. Per il pubblico dunque la realtà è l'opera ed è riconoscibile se è davvero un'opera. Altrimenti, interrogato su: cosa vedi? , il pubblico, sprovveduto, risponderà, imbarazzato: nulla.

Sul fronte dell'artista, "vedere la realtà" vuole dire misurarsi con una fonte eletta a riferimento, ammettere un referente esterno al sé dell'autore. Ecco perché nella simbiotica compartecipazione alla produzione artistica che coinvolge artefice e pubblico, il primo ha la responsabilità della traduzione di ciò che vede. Ecco perché, nella descrizione della propria attività, Eugen Hunziker ci racconta dei paesaggi di alcune aree mediterranee o di situazioni esistenziali o sociali (The corrupt): sono le sue realtà, le sue fonti. Per l'artista, ciò che egli vede, ciò che egli guarda.

Citando la parola "traduzione" ho voluto anticipare una ulteriore componente della azione artistica. È quel tassello che delinea il rapporto di potere tra produttore e fruitore e assegna al primo la responsabilità di cosa e di come fare.

Quale che sia la realtà esperita in origine, infatti, vi è la responsabilità di individuarla, selezionarla e poi di come tradurla in un oggetto (inteso anche come argomento e come fine del procedimento), cioè di come tradurre la fonte esperita attraverso un procedimento formale (anche il caso della tautologia non si di scosta da tale responsabilità).

Quando siamo dunque di fronte a uno dei manufatti che compongono la serie qui proposta da Eugen Hunziker, siamo di fronte a una realtà e la vediamo, la guardiamo e sappiamo che essa è il frutto della traduzione da lui operata dalla realtà alla quale egli ha fatto riferimento: il paesaggio marino, la collina, il momento del trascorrere del tempo nello spazio che lo circonda, un concetto sociale, una prassi istituzionale. Noi, a nostra volta, siamo liberi di assumere l'atteggiamento, critico o acritico, che più ci si addice e ne siamo, in ogni caso, responsabili. Nella attuazione della nostra responsabilità possiamo utilizzare alcune chiavi di ricostruzione critica.

Una di queste concerne l'aspetto della materia che è uno degli strumenti espressivi utilizzati. Siamo di fronte a un procedimento di mettere materia (colore, carta) e di levare che genera una astrazione con la quale si ambisce a definire una realtà fatta di segni e di composizioni, proponendo in alcuni casi figure astratte appena accennate. Un'altra chiave concerne l'atteggiamento di fronte al concetto di immagine: nei quadri di Eugen Hunziker sembra di vedere l'ambizione di creare una immagine sufficiente a se stessa, autonoma, che rivendica di appartenere al territorio della astrazione.

Essa vuole proporsi come realtà decisamente emancipata dalla fonte originaria, dal "vedere la realtà" citato sopra e quindi, per esempio, dal contesto di Lumino o di Plakias. Anche la costruzione della articolazione cromatica ambisce a stabilire una relazione con la fonte non univoca, interessata piuttosto a un equilibrio o a un senso di relazione interna che a una riconoscibilità rispetto al contesto di riferimento esterno al quadro.

Questa relazione non univoca, non decisa, tra l'immagine alla quale l'autore ambisce per tradurre la propria esperienza di "vedere la realtà" e la realtà stessa che egli ha visto ci propone un'altra chiave che è un'altra questione dell'arte e della pittura: la scelta tra rappresentazione e presentazione. Qui Eugen Hunziker sembra non prendere una posizione decisa e mentre rivendica la riconoscibilità del processo di traduzione dalla fonte alla immagine costruita (e quindi ci propone una rappresentazione della realtà) indulge parimenti in una composizione che vuole rispondere a se stessa e che quindi si presenta per ciò che è, per esempio con le scelte iconografiche o con la composizione della costruzione cromatica.

"Vedere la realtà"; tradurre da una visione, un flash mentale a una condizione luministica materica; costruire una nuova realtà in immagine e in materia; proporre a noi interlocutori una compartecipazione dalla sua delineazione; astrarre separandosi dalla fonte e quindi proporre una iconografia autoreferenziale; ambire altresì alla costruzione di figure almeno parzialmente riconoscibili e riconducibili alle esperienze esistenziali (un orizzonte, il sole, un masso, un albero..): sono, tutte queste, componenti del contributo di Eugen Hunziker alla verifica di come questioni della vita possono trasformarsi in un procedimento artistico.

Vito Calabretta, critico d'arte e curatore - 20. Settembre 2021










Associazione Pittori e Scultori Ticinesi